E’ ormai stato dimostrato statisticamente in più studi che persone in una situazione di sovrappeso ed obesità hanno un notevole aumento nel rischio di sviluppare malattie ed eventi mortali, rispetto a soggetti normopeso; ogni anno, solo in Italia, sono più di 60.000 gli individui che muoiono a causa di un peso corporeo troppo elevato.

Inoltre i dati statistici ci mostrano come, sempre nel nostro paese, le percentuali della popolazione che soffre di una condizione di sovrappeso ed obesità siano in costante e drastico aumento: si determina che abbiano questo problema il 33% dei bambini dai 3 ai 9 anni, il 25% dei ragazzi tra i 10 e i 13 anni, ben il 50% degli adulti maschi e il 33% degli adulti femmine.
Nell’ultimo secolo si è assistito ad un epocale mutamento in buona parte dei settori merceologici; l’aumento costante della tecnologia ha reso possibili comodità e soluzioni a dir poco fantascientifiche se rapportate alla realtà di appena pochi decenni fa.

Allo stesso modo è cambiato tutto il sistema della produzione industriale degli alimenti, dove i miglioramenti nelle tecniche di lavorazione e conservazione dei cibi e lo sviluppo di agricolture e di allevamenti intensivi, riescono ormai a produrre cibi di ogni tipologia e addirittura preparati quasi sintetici, che se fossero presentati ai nostri nonni probabilmente questi stenterebbero a riconoscerli come nutrimenti.

Sebbene il fine del progresso sia creare o aumentare il benessere, l’altra faccia della medaglia è costituita dall’aumento esponenziale di patologie legate ad una alimentazione troppo abbondante e troppo lavorata, che trova appunto nell’obesità, nel sovrappeso e nel diabete gli esponenti più pericolosi.
A questo punto è bene sottolineare che le statistiche ci dicono anche che solo una bassa percentuale, appena il 15%, accumula grasso perché effettivamente mangia in modo esagerato, mentre per il restante 85% il problema del peso viene dalla qualità dei cibi introdotti.

In particolare fa riflettere il dato secondo cui negli ultimi 40 anni, sebbene si sia assistito ad un 10% di riduzione calorica, l’obesità sia invece aumentata del 54%.

Per conoscere a grandi linee se si è a rischio peso, esiste una formula empirica definita “Indice di Massa Corporea” (IMC), ottenibile dividendo il peso in Kg per l’altezza in metri al quadrato.

Ad esempio una persona con un peso di 75 Kg ed una altezza di 1,75 metri avrà: 75 / 3,0625 = 24,48 di IMC.

Esistono 4 principali categorie di IMC:

  • minore di 18,5 che identifica un individuo SOTTOPESO
  • fra 18,5 e 24,9 che identifica un individuo NORMOPESO
  • fra 25 e 29,9 che identifica un individuo SOVRAPPESO
  • oltre 30 che identifica un individuo OBESO

Come si accennava prima, questa formula dà solo una semplice indicazione della propria situazione e non tiene contro di fattori individuali e specifici (l’esempio forse più diffuso riguarda i body builder che avendo una massa muscolare molto sviluppata e di conseguenza molto pesante, sarebbero secondo l’IMC tutti obesi!); quello che conta è cercare di trovare il giusto bilanciamento tra alimentazione sana e non troppo lavorata e il praticare un’adeguata attività fisica, atta a smaltire e limitare la facile introduzione calorica a cui quotidianamente siamo esposti, data appunto l’abbondanza di scelta di cui possiamo usufruire e che non sempre mette la nostra salute al primo posto.